Come funziona il quoziente familiare


Il quoziente familiare è un nuovo parametro che sarà introdotto dal Governo per calcolare le agevolazioni per le famiglie, per esempio gli assegni unici, i Superbonus e i bonus bollette, in sostituzione dell’ISEE. Il nuovo indicatore dunque servirà a valutare la situazione economica di un nucleo familiare nel momento in cui richiede una prestazione sociale agevolata, regolando così in modo equo i costi delle prestazioni sociali dei cittadini in Italia.

A che cosa serve il quoziente familiare?

Il quoziente familiare stabilisce le aliquote d’imposta basandosi sul numero dei componenti del nucleo familiare, sulle loro condizioni e sui dati anagrafici come stato civile ed età, sul grado di parentela e ovviamente sul reddito, arrivando a una maggiore equità e bilanciando il peso generato dalle imposte indirette.

In cosa differisce il calcolo del quoziente familiare?

A differenza dell’ISEE, il quoziente familiare non sarà uno strumento utile tanto per modulare le politiche assistenziali, quanto per coadiuvare le nuove riforme della fiscalità della famiglia, basate non più sulla tassazione individuale ma su quella per parti, secondo cui ogni componente della famiglia deve avere accesso alle stesse risorse dopo il pagamento delle relative imposte.

Con il quoziente familiare, il reddito complessivo della famiglia viene tassato per quote e diviso per un determinato coefficiente, ovvero il quoziente derivante dal calcolo del numero degli appartenenti al nucleo e della loro condizione. Allo stesso modo di come avviene in gran parte d’Europa, per esempio in Francia, in Portogallo, in Irlando e in Germania – il modello italiano sarò molto simile a quello francese.

Come si calcola il quoziente familiare?

Il calcolo del quoziente familiare assegna a ogni componente del nucleo familiare un valore, che funzionerà da divisore per il reddito complessivo formato dalla somma dei redditi dei vari componenti della famiglia (il dividendo quindi della nostra operazione). A questo risultato si applica l’aliquota corrispondente, anche in base alle quote. Le variabili del calcolo sono essenzialmente date dallo stato civile (sposato, celibe, nubile, divorziato, vedovo) e dalla presenza di figli minori e/o disabili a carico.

Il quoziente familiare rovescia così l’attuale sistema di imposte basato sui redditi individuali, favorendo le famiglie più numerose (e trasformandosi così in un incentivo alla natalità), ma soprattutto bilanciando la tassazione sui consumi. Il nuovo metodo infatti calcola le imposte partendo dal reddito complessivo e dividendolo per il numero dei componenti del nucleo familiare, ai quali la Legge assegna dei valori standard che, sommati, funzionano da coefficiente. Ecco i valori:

  • 1 per i single o per i vedovi/e con almeno un figlio a carico
  • 2 per le coppie sposate e che convivono
  • 0,5 per ogni figlio/a fino a due.
  • 1 per ogni figlio/a dopo il secondo
  • 0,5 genitori soli con un figlio a carico
  • 4 per famiglie con 3 o più figli oppure figli con disabilità.

Esempio di quoziente familiare

Per chiarire come funziona il quoziente familiare, facciamo un esempio pratico del quoziente familiare: prendiamo in esame una famiglia tipo con madre, padre e due figli minori. In questo caso il coefficiente da applicare è 3, perché ogni coniuge vale 1 e ogni figlio minore vale mezzo (1+1+1/2+1/2=3). Se il reddito complessivo della famiglia è di 3.000€, dobbiamo applicare l’aliquota corrispondente al reddito complessivo diviso le parti, ovvero 3.000/3, quindi a 1.000.

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